L'Acqua che beviamo

Ho già parlato di acqua e di quali erano i criteri che, secondo me, sono fondamentali per scegliere l’acqua per la nostra alimentazione, tuttavia credo che ci sia ancora moltissima confusione in merito quindi ho pensato di inserire un post con alcuni chiarimenti:

Fermo restando il diritto imprescindibile ed irrinunciabile all’acqua libera per tutti, che non dovrebbe essere venduta (come l’aria che respiriamo, - anche se temo che prossimamente troveranno il modo per venderci anche quella), resta il fatto che i nostri acquedotti trasportano acque a volte poco adatte all’alimentazione umana.

Per chiarirmi alcuni dubbi in merito all’acqua che sgorga dal mio rubinetto di casa, ho interpellato l’ente erogatore e ho ottenuto una rapida e gentilissima risposta relativa alla durezza e al residuo fisso della mia acqua di casa. E stato molto più semplice di quanto pensassi, quindi Vi suggerisco vivamente di fare altrettanto e di richiedere queste informazioni, sono tenuti a darle, e se saremo in tanti a richiederle probabilmente servirà ad attivare maggiori controlli e a dimostrare che non ci limitiamo semplicemente a bere la prima cosa che capita o ad acquistare acqua in bottiglia magari poco controllata.
Molte regioni italiane hanno delle acque di acquedotto ottime, rendendo quelle in bottiglia assolutamente inutili, d’altro canto ci sono zone in cui, purtroppo,l’acqua non arriva proprio, oppure è inquinata o dirottata abusivamente.

II mio rubinetto fornisce acqua con un residuo fisso di quasi 200 e visto che devo usare un’acqua più leggera sono costretta all’uso di quella in bottiglia. (Lascio ad un prossimo post i motivi per i quali non uso filtri vari).

Si fa un gran parlare di residuo fisso, ma cosa rappresenta esattamente questo valore?

Il residuo fisso è in pratica un valore che corrisponde alla parte solida rimasta, dopo aver fatto evaporare un litro di acqua alla temperatura di 180 °C

Le acque minerali a seconda del contenuto di sali minerali ossia al residuo fisso in mg/l sono classificate in:
Acque minimamente mineralizzate MM (Residuo fisso inferiore a 50 mg/l)
Acque oligominerali OM (Residuo fisso compreso tra 51 e 500 mg/l)
Acque minerali o mineralizzate AM (Residuo fisso compreso tra 501 e 1500 mg/l)Acque ricche di sali minerali RSM (Residuo fisso oltre 1500 mg/l)

Pro: un basso residuo fisso, favorisce l’idratazione e il ricambio dei liquidi.
Contro: un valore eccessivo è controindicato nei casi di insufficienza cardiaca, insufficienza renale, cirrosi epatica.

La stragrande maggioranza delle acque potabili in Italia ha un residuo fisso inferiore a 500 mg/l, sono quindi oligominerali.

A questo punto va chiarito un concetto!

Quello di “sali minerali inorganici” e “sali minerali organici”.
I primi sono quelli disciolti nell’acqua che troviamo in natura, di falda o di sorgente; sono microframmenti di roccia raccolti e portati in soluzione durante il loro percorso attraverso il terreno, in superficie o sotterraneo.

I secondi sono quelli trasformati attraverso il processo di sintesi clorofilliana dai vegetali , che li rende disponibili per essere assorbiti e metabolizzati dagli altri esseri viventi animali.

I “sali minerali inorganici” non sono “bio-disponibili” e per questo da evitare il più possibile: introdurre acqua inquinata o satura di “sali minerali inorganici” è un po’ come mettere olio usato dentro il motore di una macchina: le conseguenze saranno il malfunzionamento e la rottura nel medio/lungo periodo.

I “sali minerali inorganici” sono sprovvisti di “trasportatore”, che gli permetterà di attraversare la membrana cellulare; rimanendo all’esterno creeranno un ambiente più salino di quello interno alla cellula che per effetto dell’osmosi tenderà a perdere acqua, disidratarsi, perdere tono e ad invecchiare precocemente. I “sali minerali inorganici” nello spazio extracellulare tenderanno inoltre a depositarsi nei tessuti e negli organi circostanti con notevoli conseguenze.
Questo vuol dire che i Sali minerali disciolti nell’acqua non servono quasi per nulla alla ricostruzione del patrimonio osseo per esempio, in quanto non vengono assorbiti dal corpo, servono invece come sostanze tampone, ma devono poi essere smaltiti o generano accumuli.Invece i Sali minerali biodisponibili si trovano nella frutta e nella verdura di preferenza crudi.

L’uso di acqua minimamente mineralizzata nell’organismo, consente di veicolare più sostanze sia in entrata che in uscita, grazie alla maggior capacità di saturarsi dei prodotti della digestione; in questo caso i sali veicolati sono tutti provvisti di trasportatore perché provenienti dai cibi e possono quindi penetrare all’interno della cellula creando un ambiente extracellulare con una salinità inferiore alla cellula, così che, per effetto dell’osmosi, l’acqua pura migrerà verso la cellula stessa idratandola e mantenendola costantemente tonica, elastica e giovane.

Per la sua ipotonia, l’acqua minimamente mineralizzata viene più rapidamente assorbita e quindi più rapidamente convogliata ai reni, si ha cioè una aumentata diuresi, una riduzione della azotemia, della creatininemia, della uricemia e dei cloruri, un maggiore “allenamento renale”, quindi una maggiore funzionalità: in definitiva, una maggiore purificazione dell'organismo, in quanto, solo un'acqua pura può "lavare" il nostro organismo, caricandosi delle scorie, per poi eliminarle a livello renale; un'acqua già satura di minerali inorganici, non può caricarsi di ulteriori scorie e, quindi, oltre a non purificare, sarà solo fonte di ulteriore inquinamento per il nostro organismo.
L’effetto più evidente e diretto dell’assunzione metodica dei acqua minimamente mineralizzata, è “l’incremento dell’azione diuretica”; da qui un maggiore “allenamento renale”, quindi maggiore funzionalità, potenziamento dell’eliminazione di acqua con la conseguente eliminazione di sostanze quali azoto ureico, acido urico, acido ossalico, cloruro di sodio, efficace azione anticatarrali e medicamentose con effetti curativi per chi soffre di calcolosi renale, gotta e affezioni varie delle vie urinarie.

Per questo stesso motivo, se si utilizzasse acqua totalmente priva di Sali minerali (come l’acqua distillata) si rischierebbe una forte depauperazione dei minerali organici in quanto si legherebbero all’acqua ingerita e sarebbero espulsi dall’organismo con gravi rischi per la salute.
L’acqua pura e lo sportivo.

Nello sportivo e nell’atleta, l’apporto idrico può influenzare in modo notevole la possibilità di smaltimento dei cataboliti acidi della fatica muscolare. In questo senso è fondamentale l’azione delle acque minimamente mineralizzate, a basso residuo fisso, che contrastano attivamente stati dismetabolici transitori in genere acidosi determinati dallo sforzo muscolare. Soprattutto nell’atleta agonista lo smaltimento dei cataboliti della fatica si oppone a stati dismetaboliti che si traducono a livello muscolare in traumatismi da prevalenti cause endogene.

Questo post sta diventando veramente lungo, ma se ve la sentite di proseguire la lettura ecco altri dettagli:

I componenti delle acque minerali segnalati in etichetta
  • Sodio.
    Il sodio è un elemento molto importante nel metabolismo umano (il fabbisogno giornaliero è circa 7 grammi). Le acque con contenuto elevato di questo elemento non sono consigliate alle persone affette da malattie cardiovascolari (ma non c’è la controindicazione in etichetta).
  • Potassio.
    Le quantità normalmente presenti nelle acque minerali di media mineralizzazione sono basse, spesso intorno a 1 mg/l. Poiché è un elemento indispensabile per l’organismo umano (catione dei liquidi endocellulari) e spesso in bassa quantità nella maggior parte delle acque (minerali e potabili), non è stato definito un limite per l’assunzione di questo elemento dalle acque.
  • Calcio.
    Nelle acque minerali i valori di calcio che più frequentemente si riscontrano sono compresi fra 50 e 150 mg/l. Quando il tenore di calcio è superiore a 150 mg/l, l’acqua può essere definita calcica.
  • Magnesio.
    Quando il tenore di magnesio supera il valore di 50 mg/l, l’acqua si definisce magnesiaca. Non vi sono controindicazioni all’impiego di acqua con magnesio in quantità ragionevolmente più elevata, anche se quantità molto alte possono determinare un’azione purgativa. L’organismo umano necessita di almeno 500 milligrammi di magnesio al giorno. (difficilmente assorbibili dall’acqua).
  • Durezza.
    La durezza è connessa al contenuto di calcio e magnesio ed è espressa in gradi francesi: 1 grado francese corrisponde a 10 mg/l di carbonato di calcio. In origine il concetto di durezza esprimeva la maggiore o minore capacità di un’acqua nel produrre schiuma quando veniva addizionata di una certa quantità di sapone: la presenza di calcio e magnesio ne riduce infatti la formazione e quindi limita il “potere lavante” dell’acqua.
    Leggere o dolci: durezza inferiore a 15 °F;mediamente dure: durezza compresa tra 15 e 30 °F; dure: durezza superiore a 30 °F.
    Questo valore richiesto al vostro fornitore di acqua è utile per quantificare il detersivo da usare nella lavatrice evitandone un uso eccessivo con relativo inquinamento delle falde acquifere.
  • Cloruri.
    I cloruri sono presenti in tutte le acque naturali. Non esiste un valore limite per le acque minerali, comunque valori superiori a 200 mg/l determinano il sapore salato dell’acqua.Solfati. Sono presenti in tutte le acque fluviali, lacustri e sotterranee. Quando i solfati sono associati al magnesio e sono in quantità piuttosto elevate, le acque possono manifestare proprietà purgative.
  • Bicarbonato.
    Chiamato anche idrogenocarbonato, proviene per lo più dalla dissoluzione di rocce calcaree e dolomitiche, ma anche da rocce silicatiche, per azione dell’acqua piovana di infiltrazione, spesso ricca di anidride carbonica.
  • Fluoruri.
    Il fluoro è un elemento indispensabile per l’organismo umano in quanto è un costituente dei denti e delle ossa; tuttavia quantità elevate di fluoruri introdotte con le acque e gli alimenti possono indurre formazione di macchie scure nella dentatura e alterazione del processo di calcificazione delle ossa (fluorosi). Mentre per le acque di acquedotto esiste un valore limite (1,5 mg/l), al momento questo non è previsto per le acque minerali. Le acque minerali con contenuto di fluoro superiore ad 1 mg/l possono riportare l’indicazione: “fluorata” o “contenente fluoro”.
  • Nitrati.
    Sono presenti in tutte le acque per fenomeni naturali. In concentrazioni elevate possono essere un indizio di inquinamento come conseguenza di attività umane. Quantità elevate di nitrati nelle acque, per esempio, sono imputabili all’azione dei fertilizzanti azotati. Nelle acque minerali, per i nitrati sono previsti due differenti limiti: 45 mg/l nelle ordinarie acque minerali e 10 mg/l in quelle destinate all’infanzia. Purtroppo, in etichetta quasi nessuno indica: “Non adatte al consumo nella prima infanzia”.
  • Elementi in traccia.
    Non sempre sulle etichette compare la scritta elementi in traccia seguita da una serie di elementi mancanti del valore relativo alla loro quantità per litro. Per elementi in traccia si intendono sia gli elementi presenti in minime quantità come litio, bario, stronzio (sempre presenti nelle acque naturali), ma anche i metalli pesanti come piombo, cadmio, nichel, mercurio ed altri. Fra gli elementi in traccia vi sono sia quelli essenziali all’organismo umano (ad esempio, come componenti di enzimi), sia quelli tossici: pertanto è importante la loro determinazione analitica. Elementi come rame, selenio, cromo, arsenico ecc. diventano tossici quando sono introdotti in quantità superiori ai limiti previsti dall’Oms. Metalli e altri elementi di natura non metallica indesiderabili o tossici sono inseriti nell’elenco riportato nell’articolo 6 del Decreto 542/92 e classificati appunto come sostanze contaminanti o indesiderabili.
    Ma sull’etichetta, come detto, non c’è traccia di queste informazioni con i relativi valori della concentrazione.
    Tuttavia, con l’uso generalizzato delle acque minerali come acque da tavola è probabile che per alcune di queste sostanze si vada verso l’individuazione di valori limite per evitare che acque con tenori particolarmente elevati di certi componenti (sodio, solfati, cloruri ecc.) possano essere impiegate comunemente come acque da tavola in sostituzione delle acque di acquedotto.

In conclusione, se dal vostro rubinetto esce acqua a basso contenuto di residuo fisso, non usate quella in bottiglia e soprattutto non quella nelle bottiglie di plastica, perché serve solo ad arricchire le multinazionali a spese nostre.
Ricordate che l’acqua in bottiglia non deve essere conservata al sole, la plastica cede sostanze pericolose all’acqua oltre al fatto di cambiarne l’aroma. L’uso e il trasporto di bottiglie di acqua in plastica è anti ecologico e costoso, inoltre l’acqua arriva sulle nostre tavole dopo troppo tempo dall’imbottigliamento.
Se proprio dovete usare acqua in bottiglia di plastica, acquistate quella prodotta dalle vostre parti e gettate i vuoti nella raccolta differenziata per garantire il riciclo (per fare una felpa in pile - polare - si usano dalle 14 alle 25 bottiglie di plastica)

Fonti:
Qualcuno vuol darcela a bere - Acqua minerale, uno scandalo sommerso di Giuseppe Altamore
La terapia idropinica a basso residuo del Prof. Dott. Gianluigi Bertuzzi
Dott Marco Neri Comitato scientifico Federazione Italiana Fitness
Comitato direttivo Associazione Italiana Natural Body Building
Dr. Antonio Paoli (interno di Fisiologia Universita' di Padova

Commenti

Anonimo ha detto…
Ciao Marinella, interessantissimo il tuo articolo !
Se passi a Parigi fammelo sapere...
marinella ha detto…
Grazie Paola. Purtroppo niente Parigi per questa volta andiamo via per troppo poco tempo. Ma prima o poi....
Black Baccarat ha detto…
Ciao Marinella,
ho trovato il tuo blog per caso cercando l'autoclave per sterilizzare i barattoli di conserve e quant'altro... e sono rimasta intrappolata :)
Ho fatto zapping un po' dappertutto e mi ha colpito molto questo post.
Già da parecchio mi interesso dell'argomento e ho letto un sacco di cose, a volte frammentarie, ma qui ho trovato un post molto esauriente, una necessaria integrazione a ciò che già avevo acquisito. Grazie!

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