Parliamo di pentole
E' da un po' che volevo scrivere un post che parlasse di pentole in particolar modo di teflon, stavo proprio cercando delle informazioni corrette al riguardo, quando ho trovato proprio nella rivista citata nel post precedente, l'articolo che faceva per me.
Vi riporterò quindi buona parte di questo istruttivo articolo, nella speranza di riuscire a convincere chi di voi usa ancora le pentole in teflon a desistere immediatamente.
"Adorate le pentole ereditate dalla nonna? La padella che vi garantisce crèpes perfette ad ogni colpo, la cocotte a fondo spesso nella quale cuociono piatti che vi hanno dato la fama di cordon bleu?
Questi non sono motivi per non porsi delle domande. I materiali che costituiscono le nostre batterie da cucina, non sono tutti uguali.
Non continuate a trascinare le vostre vecchie pentole
Quando Dupont de Nemours brevetta nel 1945 il marchio Teflon, inizia in cucina l'era delle pentole che antiaderenti. La molecola sviluppata dalla società americana si chiama Politetrafluorietilene (PTFE) e per produrla occorre dell'acido perfluorooctanoico (PFOA).
Le proprietà antiaderenti del PTFE permettono di cuocere un uovo al paletto senza grassi.
Il Teflon invade le nostre cucine a partire dagli anni 60. Ma molto in fretta sopravvengono i dubbi sulla sua innocuità. La Environmental working group (EWG) è la prima ONG a seguire il caso. In seguito alle sue pressioni, Dupont finirà col ammettere, dopo aver nascosto i fatti per 20 anni, che i loro impiegati che lavoravano alle padelle antiaderenti hanno avuto problemi di salute. Sempre grazie a EWG, Dupont sborserà oltre 100 milioni di dollari tra multe, risarcimenti ed interessi, per aver inquinato i corsi d'acqua vicini ai suoi stabilimenti.
In fondo cosa riproveriamo a queste molecole? Secondo EWG una di queste padelle scaldate a secco può uccidere dei canarini... Dupont afferma che il suo Teflon emana particelle tossiche solo se scaldato oltre i 240° e in modo consistente solo dopo i 340°. La società continua a martellare che queste temperature non saranno mai raggiunte in condizioni normali di cottura. Veramente? Degli studi fatti nel 2003 da EWG dimostrano che una padella antiaderente scaldata a secco raggiunge i 380° in 3- 4 minuti! Le sue emanazioni possono in questo caso ammazzare un uccello di piccole dimensioni presente nella stanza.
In quanto al PFOA, è accusato di accumularsi nell'ambiente e nell'organismo umano. Nel suo studio fatto nel 2005, "Toxiques en héritage"(sostanze tossiche ereditate) Greenpeace ha fatto delle analisi sul sangue materno (di 42 donne) e sul cordone ombelicale (di 27 nascituri). L'ONG aveva trovato PFOA in tutti i campioni di sanque materno eccetto uno e nella metà dei campioni
di sangue ombelicale. Alcune studi dimostrano che provocherebbe il cancro nei topi. E nell'uomo? L'agenzia francese della sicurezza sanitaria e alimentare (AFSSA) stima in un suo documento del 13 marzo 2009, che la presenza di PFOA nelle nostre cucine rappresenti "un rischio minimo " per la salute umana tenuto conto dell'esposizone quotidiana relativamente debole a questi rivestimenti antiaderenti. Ma, oltre atlantico, le cose sono viste diversamente. Per l'agenzia americana per l'ambiente (Environment protection agency, EPA), il PFOA è considerato come un probabile cancerogeno. Ha infatti negoziato, con 8 dei maggiori produttori americani di pentole antiaderenti, l'eliminazione del PFOA entro il 2015.
E se facessimo altrettanto? E' quello che prevede di fare la rete ambiente e salute (francese). Ha fatto del PFOA il suo nuovo cavallo di battaglia, dopo il bisfenolo A della plastica alimentare e degli ftalati. La rete cita un recente studio danese in materia, che dimostra che il PFOA è un perturbatore endocrino che diminuisce la concentrazioni di spermatozoi nell'uomo facendogli correre rischi di infertilità. Allora, le gettiamo o no queste padelle antiaderenti? "
L'alluminio, mi da dei dubbi
Studi contradittori si susseguono da decenni, il dubbio persiste: si sospetta che l'eccesso di alluminio nell'organismo abbia un'influenza sullo sviluppo della malattia di Alzheimer. Va quindi usato con cautela in cucina, e soprattutto non messo in contatto con cibi acidi che attaccano l'alluminio assorbendolo. Quindi dimentichiamoci del pesce al cartoccio con limone e pomodoro fatto nella carta di alluminio.
Lo smalto si, ma...
Questa sostanza prossima al vetro ricopre alcune pentole metalliche per renderle più lisce. Nessun problema a condizione che queste pentole vengano coccolate. Lo smalto non ama gli urti, un eccessivo riscaldamento, le righe.... se si fessura, la pentola è buona per essere gettata, in quanto libererà dei sali di piombo utilizzati per colorare lo smalto. Per non sbagliare gli acquisti occorre prendere delle pentole che riportino il marchio di sicurezza.
Il rame, ma non il verde rame
E' impeccabile per riuscire le marmellate e senza pericoli per la salute... a condizione di strofinare le vostre casseruole (con del limone per esempio). L'ossido verdastro che si deposita con il tempo è un autentico veleno.
Il Silicone? da vedere...
Questa sostanza morbida che permette di cuocere dolci senza grassi è ancora troppo nuova per che si conoscano veramente le conseguenze sanitarie derivanti dal suo uso. In teoria gli stampi in silicone devono sopportare temperature fino a 280°, ma secondo la DGCRE, molte non resistono oltre i 240°, liberando molecole nocive nei cibi. Scegliete solo stampi che sopportino le alte temperature e usateli a temperature moderate.
L'inox non intossica
Questa lega di ferro, cromo e nichel non presenta nessun rischio sanitario, diffonde bene il calore soprattutto se i fondi sono spessi, e attacca poco. Il suo solo difetto? Lo sfruttamento delle miniere di cromo e di nichel che sono molto rilevanti per l'ambiente. Ragione in più per conservare le vostre pentole in inox il più a lungo possibile.
Ritorno alla terra
Un valore sicuro millenario in cucina e che ritorna in voga. Non deve essere acquistato alla cieca, assicuratevi che le pentole in coccio non siano ricoperte di vernice o di smalto al piombo, meglio che abbiano i marchi di sicurezza.
E perchè non il pyrex?
Si tratta di vetro che resiste a temperature elevate, poco costoso, senza rischi per la salute, soprattutto se non è colorato.
Avanti con la ghisa
Gli amanti della cucina adorano questa lega di ferro e di carbonio. Sanno che per evitare che gli alimenti si attacchino occorre carezzare le cocottes in ghisa dopo ogni utilizzo con un pochino di olio vegetale, non si può lavarla eccessivamente, per lasciargli un velo di grasso che sarà assorbito dai pori del metallo. Unica precauzione d'uso: non usare la ghisa per conservare gli alimenti perché si ossida."
(articolo di Emanuelle Vibert)
Ecco, alla fine ho pensato di tradurvi tutto l'articolo, così avete informazioni anche sugli altri tipi di pentole. Anche se da quest'articolo si potrebbe pensare che le pentole in teflon non sono poi così pericolose, vi suggerisco vivamente di ricordare che il teflon emana PFOA sempre, tutte le volte che lo si riscalda, è quindi pericoloso anche se è perfettamente integro. Il fatto che si ritrovi nel sangue dei neonati non depone a suo favore, e poi credo che i maschietti dovrebbero riflettere sul fatto che il PFOA porti alla sterilità.
Per concludere, sono molto felice di aver fatto l'acquisto di una nuova bellissima batteria di pentole, in acciaio (dicono chirurgico) con fondo molto spesso, che mi stanno dando grandi soddisfazioni. Pensate che a Natale ho cucinato l'anitra all'arancia, in una pentolona ovale molto grande, posizionata solo sul fuoco che si usa per la macchinetta del caffè al minimo, è il calore era perfettamente diffuso su tutta la pentola. Miracoli della tecnica!
Vi riporterò quindi buona parte di questo istruttivo articolo, nella speranza di riuscire a convincere chi di voi usa ancora le pentole in teflon a desistere immediatamente.
"Adorate le pentole ereditate dalla nonna? La padella che vi garantisce crèpes perfette ad ogni colpo, la cocotte a fondo spesso nella quale cuociono piatti che vi hanno dato la fama di cordon bleu?
Questi non sono motivi per non porsi delle domande. I materiali che costituiscono le nostre batterie da cucina, non sono tutti uguali.
Non continuate a trascinare le vostre vecchie pentole
Quando Dupont de Nemours brevetta nel 1945 il marchio Teflon, inizia in cucina l'era delle pentole che antiaderenti. La molecola sviluppata dalla società americana si chiama Politetrafluorietilene (PTFE) e per produrla occorre dell'acido perfluorooctanoico (PFOA).
Le proprietà antiaderenti del PTFE permettono di cuocere un uovo al paletto senza grassi.
Il Teflon invade le nostre cucine a partire dagli anni 60. Ma molto in fretta sopravvengono i dubbi sulla sua innocuità. La Environmental working group (EWG) è la prima ONG a seguire il caso. In seguito alle sue pressioni, Dupont finirà col ammettere, dopo aver nascosto i fatti per 20 anni, che i loro impiegati che lavoravano alle padelle antiaderenti hanno avuto problemi di salute. Sempre grazie a EWG, Dupont sborserà oltre 100 milioni di dollari tra multe, risarcimenti ed interessi, per aver inquinato i corsi d'acqua vicini ai suoi stabilimenti.
In fondo cosa riproveriamo a queste molecole? Secondo EWG una di queste padelle scaldate a secco può uccidere dei canarini... Dupont afferma che il suo Teflon emana particelle tossiche solo se scaldato oltre i 240° e in modo consistente solo dopo i 340°. La società continua a martellare che queste temperature non saranno mai raggiunte in condizioni normali di cottura. Veramente? Degli studi fatti nel 2003 da EWG dimostrano che una padella antiaderente scaldata a secco raggiunge i 380° in 3- 4 minuti! Le sue emanazioni possono in questo caso ammazzare un uccello di piccole dimensioni presente nella stanza.
In quanto al PFOA, è accusato di accumularsi nell'ambiente e nell'organismo umano. Nel suo studio fatto nel 2005, "Toxiques en héritage"(sostanze tossiche ereditate) Greenpeace ha fatto delle analisi sul sangue materno (di 42 donne) e sul cordone ombelicale (di 27 nascituri). L'ONG aveva trovato PFOA in tutti i campioni di sanque materno eccetto uno e nella metà dei campioni
di sangue ombelicale. Alcune studi dimostrano che provocherebbe il cancro nei topi. E nell'uomo? L'agenzia francese della sicurezza sanitaria e alimentare (AFSSA) stima in un suo documento del 13 marzo 2009, che la presenza di PFOA nelle nostre cucine rappresenti "un rischio minimo " per la salute umana tenuto conto dell'esposizone quotidiana relativamente debole a questi rivestimenti antiaderenti. Ma, oltre atlantico, le cose sono viste diversamente. Per l'agenzia americana per l'ambiente (Environment protection agency, EPA), il PFOA è considerato come un probabile cancerogeno. Ha infatti negoziato, con 8 dei maggiori produttori americani di pentole antiaderenti, l'eliminazione del PFOA entro il 2015.
E se facessimo altrettanto? E' quello che prevede di fare la rete ambiente e salute (francese). Ha fatto del PFOA il suo nuovo cavallo di battaglia, dopo il bisfenolo A della plastica alimentare e degli ftalati. La rete cita un recente studio danese in materia, che dimostra che il PFOA è un perturbatore endocrino che diminuisce la concentrazioni di spermatozoi nell'uomo facendogli correre rischi di infertilità. Allora, le gettiamo o no queste padelle antiaderenti? "
L'alluminio, mi da dei dubbi
Studi contradittori si susseguono da decenni, il dubbio persiste: si sospetta che l'eccesso di alluminio nell'organismo abbia un'influenza sullo sviluppo della malattia di Alzheimer. Va quindi usato con cautela in cucina, e soprattutto non messo in contatto con cibi acidi che attaccano l'alluminio assorbendolo. Quindi dimentichiamoci del pesce al cartoccio con limone e pomodoro fatto nella carta di alluminio.
Lo smalto si, ma...
Questa sostanza prossima al vetro ricopre alcune pentole metalliche per renderle più lisce. Nessun problema a condizione che queste pentole vengano coccolate. Lo smalto non ama gli urti, un eccessivo riscaldamento, le righe.... se si fessura, la pentola è buona per essere gettata, in quanto libererà dei sali di piombo utilizzati per colorare lo smalto. Per non sbagliare gli acquisti occorre prendere delle pentole che riportino il marchio di sicurezza.
Il rame, ma non il verde rame
E' impeccabile per riuscire le marmellate e senza pericoli per la salute... a condizione di strofinare le vostre casseruole (con del limone per esempio). L'ossido verdastro che si deposita con il tempo è un autentico veleno.
Il Silicone? da vedere...
Questa sostanza morbida che permette di cuocere dolci senza grassi è ancora troppo nuova per che si conoscano veramente le conseguenze sanitarie derivanti dal suo uso. In teoria gli stampi in silicone devono sopportare temperature fino a 280°, ma secondo la DGCRE, molte non resistono oltre i 240°, liberando molecole nocive nei cibi. Scegliete solo stampi che sopportino le alte temperature e usateli a temperature moderate.
L'inox non intossica
Questa lega di ferro, cromo e nichel non presenta nessun rischio sanitario, diffonde bene il calore soprattutto se i fondi sono spessi, e attacca poco. Il suo solo difetto? Lo sfruttamento delle miniere di cromo e di nichel che sono molto rilevanti per l'ambiente. Ragione in più per conservare le vostre pentole in inox il più a lungo possibile.
Ritorno alla terra
Un valore sicuro millenario in cucina e che ritorna in voga. Non deve essere acquistato alla cieca, assicuratevi che le pentole in coccio non siano ricoperte di vernice o di smalto al piombo, meglio che abbiano i marchi di sicurezza.
E perchè non il pyrex?
Si tratta di vetro che resiste a temperature elevate, poco costoso, senza rischi per la salute, soprattutto se non è colorato.
Avanti con la ghisa
Gli amanti della cucina adorano questa lega di ferro e di carbonio. Sanno che per evitare che gli alimenti si attacchino occorre carezzare le cocottes in ghisa dopo ogni utilizzo con un pochino di olio vegetale, non si può lavarla eccessivamente, per lasciargli un velo di grasso che sarà assorbito dai pori del metallo. Unica precauzione d'uso: non usare la ghisa per conservare gli alimenti perché si ossida."
(articolo di Emanuelle Vibert)
Ecco, alla fine ho pensato di tradurvi tutto l'articolo, così avete informazioni anche sugli altri tipi di pentole. Anche se da quest'articolo si potrebbe pensare che le pentole in teflon non sono poi così pericolose, vi suggerisco vivamente di ricordare che il teflon emana PFOA sempre, tutte le volte che lo si riscalda, è quindi pericoloso anche se è perfettamente integro. Il fatto che si ritrovi nel sangue dei neonati non depone a suo favore, e poi credo che i maschietti dovrebbero riflettere sul fatto che il PFOA porti alla sterilità.
Per concludere, sono molto felice di aver fatto l'acquisto di una nuova bellissima batteria di pentole, in acciaio (dicono chirurgico) con fondo molto spesso, che mi stanno dando grandi soddisfazioni. Pensate che a Natale ho cucinato l'anitra all'arancia, in una pentolona ovale molto grande, posizionata solo sul fuoco che si usa per la macchinetta del caffè al minimo, è il calore era perfettamente diffuso su tutta la pentola. Miracoli della tecnica!
Commenti
Adesso stan andando di moda le padelle e pentole in ceramica, non so se le hai viste, le usano anche alla "prova del cuoco" e le pubblicizzano sia in tv che in negozi di cucina!!!
baci val
Io credevo che le padelle in teflon fossero dannose per la nostra salute solo quando finiscono graffiate...
Il "bello" è che è così pure il mio wok... devo buttare tutto? Purtroppo sono proprio il tipo di pentole che uso più spesso in cucina... e inorridisco al solo pensiero...
Ho una batteria di pentole di una nota marca italiana (credo lo sia almeno...) in acciaio inox con fondo molto spesso, ma per cuocere un petto di pollo o una salsiccia "alla griglia" velocemente (senza dover star a tirar fuori tutto l'ambaradan elettrico) uso la bistecchiera... in teflon... e così è pure il rivestimento del contenitore della MDP che disastroooooooooooo
La prossima volta che vado all'ikea voglio vedere se trovo qualcosa in ghisa... ho visto di questi tegami anche ai mercati/fiera ma costano un botto, però magari, uno alla volta...
Ho anche alcuni tegami in coccio (vedi il "maiale" e la "pentola a pressione" che va in forno) ma li uso di rado richiedendo purtroppo cotture lunghe...
Ho anche due bellissime pentole in rame/alluminio/acciaio che coccolo come due bimbe... ma anche queste le uso poco... dovrò riorganizzarmi un attimino mi sa... :)
Grazie carissima, come sempre per i tuoi post illuminanti!!!
Un bacione!!!
ciao