Salone del libro
Ieri pomeriggio ispezione annuale al salone del libro di Torino.
Bello, e come sempre interessante, poi la giornata è stata scelta bene, non c'era troppa folla ancora, solo alcune scolaresche e le persone che si erano prese il pomeriggio o la giornata di ferie apposta. Insomma si riusciva a girare senza pestarsi.
Quest'anno Torino Comics si fa in contemporanea, quindi hanno aggiunto una tensostruttura annessa al salone, con un sacco di fumetti per i patiti del genere, il solo problema è che ci si muore di caldo! mi chiedo cosa faranno tra sabato e domenica quando arriveranno il maggior numero di visitatori!
Comunque il mio bottino è stato il seguente:
- Fiori di Bach per i bambini di Sigrid Schmidt, edizioni Tecniche Nuove,
- Aromaterapia di Jean Valnet, edizioni Giunti,
- La dieta pH - misurare il vostro pH per la salute ortomolecorare del corpo della mente e dell'anima - di Valeria Mangani e Adolfo Panfili, edizioni Tecniche Nuove
- un piccolo dizionario di spagnolo (per sopperire alle mie lacune quando leggo Cannella e perchè in casa mancava solo più quello - la grammatica c'è già-)
- L'ultimo libro di Moni Ovadia: Lavoratori di tutto il mondo, Ridete (mi piace molto il suo umorismo ebraico) e poi Moni Ovadia scrive proprio bene.
Mio marito si è preso :
-un fumetto perchè era disegnato molto bene
-I segreti di Parigi di Corrado Augias, che era un po' che ci pensavamo e poi per poter rivedere Parigi da altre angolazioni.
- Animali Selvaggi un "Cube Book" di fotografie di animali
Poi abbiamo preso due regalini che dobbiamo fare a dei bimbi e basta.
Ci siamo decisamente contenuti, ma non potevo esagerare, anche perchè con i miei corsi continuo ad acquistare libri (domani infatti ne prendo altri 2 o tre) e siccome dobbiamo fare i conti con il portafoglio purtroppo...
Senza contare che il pargolo ci va per conto suo lunedì!
Adesso dobbiamo solo consultare i vari cataloghi che abbiamo recuperato e fare la lista dei desideri futuri!
Ho già dato una sbirciatina ai miei nuovi libri, e sono proprio interessanti, ci sono molti spunti per nuovi post.....
Commenti
Quest'anno non ci sono andata.Interessante il tuo commento.
Ciao a presto
mi piace girare per libri... ma perchè il salone del libro non lo fanno a natale????????
L’umorismo nell’utopia
Recensione al libro di Moni Ovadia, Lavoratori di tutto il mondo ridete, Einaudi, Torino 2007
di LAURA TUSSI
“Utopia” è il termine che sottende la negazione di un’ubilocazione, di un dove concreto nel crollo delle ideologie, in quanto in “nessun luogo” si è realizzato il vangelo di Marx nel corso della historia universale. Una fede profonda nell’ironia delle “storielle” che riecheggia con esilarante sagacia, in un tripudio umoristico declinato in frizzi, lazzi, motti e citazioni sul Regime. Le storielle ebraiche traggono origine dall’ermeneutica talmudica in una weltanschauung umanistica dove l’utopia smarrisce i propri sogni e le promesse tanto da non riconoscere le esacerbate finzioni delatorie del dispotismo di regime. Il significato dell’utopia è l’instaurazione di una società ideale di libertà, fratellanza, giustizia e uguaglianza. L’uomo è complesso nella potenzialità della realizzazione di alti ideali con i valori della negazione di prevaricazione sul proprio simile, della giustizia sociale, dell’altruismo, dell’accettazione dell’altro e del diverso, dell’amore, della solidarietà, sentimenti non scontati nelle relazioni fra individui. Dunque non è lecito considerarli irrealizzabili e utopici nei rapporti fra soggetto e collettività. “Neanche l’URSS fu l’impero del male”, ma una federazione di repubbliche dell’epoca staliniana sotto l’egida di un totalitarismo perfetto, con tristissime note di drammaticità e terrore. La storia non è finita e la società socialista dovrà ancora realizzarsi nella libertà e nella democrazia, in un’utopia verificabile e immanente non riscontrabile in “nessun luogo”, ma che pervaderà l’intera globalità collettiva della società mondiale all’insegna del comunismo in un umanitarismo sociale che si contrapporrà ai simulacri del bieco capitalismo e delle dittature del novecento. Ogni rivelazione si tradurrà in rivoluzione rigenerante e rifondatrice di topofanie (rivelazioni di luoghi della memoria) contrapposte alle utopie, dove ogni manifestazione dei luoghi di benessere sociale e civile è realizzazione di società solidali e umanistiche, quali luoghi di glocalizzazione in un’olotopia, una nuova globalizzazione mondiale all’insegna di ideali e valori umanistici e umanitari, dove le rivelazioni del “bene sommo” trionferanno sui ciarpami di sistemi politici esacerbati in dispotismi conservatori. Le storielle dell’umorismo ebraico svelano con l’ironia le ottusità del regime dittatoriale del periodo staliniano, facendo crollare tabù e pregiudizi di un periodo oscurantista tramite l’umorismo ironico che fa partorire i fantasmi dalla mente di un sistema destinato al collasso, in plurime e poliedriche catarsi ermeneutiche di significato ironico sul senso dell’esistere.
LAURA TUSSI